The Outer Limits (serie classica): 2×17 “The Probe” – Sottotitoli

Qualcuno potrebbe ricordarsi della serie Oltre i limiti, andata in onda in Italia negli anni passati; se non per la trama, almeno per l’inquietantissima sigla.

Be’, questa altro non era che il remake della serie classica The Outer Limits, prodotta per ABC negli anni fra il ’63 e il ’65 e composta da 49 episodi divisi in due stagioni; è una serie antologica, cioè con puntate totalmente slegate una dall’altra.

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Nella prima stagione, molti episodi sono stati scritti da Joseph Stefano, creatore della serie e noto anche per essere lo sceneggiatore di Psycho di Hitchcock. Nella seconda stagione, invece, la collaborazione con altri scrittori si espande fino ad avere un episodio scritto da Clifford Simak e ben due da Harlan Ellison.
Incredibilmente, in cinquant’anni questa serie classica non è mai andata in onda in Italia.
La mia missione è quindi di fornirvi, uno dopo l’altro, i sottotitoli di tutte le 49 puntate.

Oggi, dopo le precedenti (le 32 della prima stagione e le prime sedici della seconda) che potete trovare qui, ecco recensione e sottotitoli per la diciassettesima puntata della seconda stagione – l’ultima della serie.

2×17 “The Probe” (“La sonda”)

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Un piccolo aereo è in volo verso Tokyo: trasporta quattro uomini e una donna. Da qualche parte sul Pacifico, il velivolo viene sorpreso da una tempesta: al loro risveglio i nostri protagonisti si ritroveranno sul gommone di salvataggio… ma invece di galleggiare sull’acqua, sono immobili sul pavimento di un’enorme stanza. Perché?

Devo ammettere che quest’ultimo episodio non è molto ben riuscito.
Intendiamoci, l’idea di fondo non è affatto male: è tutta incentrata su un paragone fra “noi” e “loro”, e sugli effetti che potremmo avere partendo alla conquista dello spazio. Un relativismo in grado di svegliare la più sopita delle coscienze.
Ma tanti sono i difetti della puntata: in primis, la “sindrome da epifania” che spesso colpisce gli episodi di The Outer Limits, grazie alla quale i personaggi traggono rapidamente conclusioni del tutto corrette di fronte a eventi ignoti e assurdi; in secondo luogo, non pochi problemi di gestione del ritmo, con una vicenda che continua inspiegabilmente a muoversi dentro e fuori da una stanza all’interno della sonda, in totale spregio a qualsiasi regola del buon gusto in fatto di proporzioni; manca, poi, una cura dei dialoghi, che spesso sono soltanto dei vuoti «E ora che facciamo?» ripetuti a oltranza a beneficio del minutaggio.
Ma ci sono anche lati positivi: la tematica piacevolmente relativista, legata a un serio problema ingegneristico come è quello della probabilità di contaminazione da parte nostra durante una missione spaziale; ma anche e soprattutto un personaggio femminile che si fa una volta tanto parte attiva, contribuisce a fornire spiegazioni grazie alle sue conoscenze, propone e a volte si ribella anche, ed è poi artefice della risoluzione finale (o almeno supposta tale: che gli alieni abbiano capito è forse solo una sua convinzione); colpisce poi positivamente il realismo scientifico, che viene meno soltanto nella parte strettamente linguistica, ma sembra molto solido e informato per quanto concerne la questione dei test, dell’esplorazione, della disinfezione ecc.
Un ultimo lato positivo, anche se non strettamente legato al contenuto dell’episodio, è un certo quantitativo di giochi di parole che mi ha permesso di rendere estremamente stimolante la traduzione – niente che in realtà influisca sul giudizio generale, però.
Gli attori non brillano particolarmente per la loro performance, pur essendo tutti più che sufficienti. Invece Penny Ann Garner, nel ruolo di Amanda, dopo tre quarti d’ora piuttosto vuoti ci regala un paio di minuti di monologo quasi in piano sequenza, che ci permettono di apprezzare a pieno le doti non sfruttate nel resto della puntata. Curioso come l’attrice, a ssentire Wikipedia, avesse una carriera altalenante, compensata con lavori di agente immobiliare e noleggio di furgoni.
Nel complesso, quindi, un finale buono ma un po’ sottotono, comunque giustificabile per il fatto che si tratti di una serie antologica, e questa conclusione non costituisca quindi una chiusura finale di un discorso più ampio.

Con questo episodio si conclude la mia opera di traduzione dei sottotitoli di The Outer Limits. Per leggere le altre recensioni e scaricare tutti i sottotitoli, vi basta andare qua.
E guardate la puntata fino alla fine: vi ho lasciato i miei saluti!

[Note di traduzione:
Si danno tutti del tu, mi pare siano in confidenza.
Nell’introduzione, la voce fuori campo usa la parola “turnabout” in un senso molto vicino al nostro “contrappasso”; in chiusura della puntata, invece, X usa “turnabout” con il senso di “a parti invertite / viceversa”. L’unico modo per non alterare troppo il senso delle frasi ma mantenere il parallelismo, era trasformarlo in un “al posto dell’altro / al posto loro”. Meglio di così non sono riuscito a fare.
«Six of one, half dozen the other» significa letteralmente «Da una parte sei, dall’altra mezza dozzina». È un modo di dire che una decisione vale l’altra. Ho voluto adattarlo con una citazione verdiana.
Cobe esclama “Jehosaphat!”: è un’interiezione che si usa in lingua inglese per non nominare proprio Gesù. E cosa poteva essere meglio di “Cribbio!”?
Amanda parlando con Jeff chiama il mostro “you Mikey Mike”. Ho adattato con un semplice “il tuo amico”.
Invece, poco prima del minuto 34, Jeff chiama Coby “Dex”, ma ho voluto correggerlo col nome esatto per non creare troppa confusione. Come l’attore abbia potuto fare un errore del genere, non lo so.
Alla fine il soccorritore dice ai nostri che sono là fuori “in this soup”, intendendo nel casino. Ho cambiato piatto e ho tradotto “in questo minestrone”.
Nell’ultima frase, per “treasure house” ho trovato una traduzione che riporta “treasure house of knowledge” = “pozzo di scienza”. Ho preferito dare il senso ma mantenendo il riferimento ai preziosi, con “segreti dal forziere dei tesori delle stelle”.]

Ecco dunque i sottotitoli, caricati come sempre sia su Opensubtitles che su Addic7ed.

Buona visione!

The Outer Limits – 2×17 “The Probe” (“La sonda”) [Opensubtitles]
The Outer Limits – 2×17 “The Probe” (“La sonda”) [Addic7ed]

3 pensieri riguardo “The Outer Limits (serie classica): 2×17 “The Probe” – Sottotitoli

  1. MISSIONE COMPIUTA!!!
    Ciao Stefano!! Scusa se ultimamente non mi sono fatto sentire, ma sto attraversando un periodo delicato con problemi di lavoro e famigliari. Mi propongo di scriverti più ampiamente a breve, anche perché volevo chiederti una piccola cortesia. E magari, potrò anche darti la conferma che ho acquistato un paio di “MADRE NOSTRA”……visto che non posso offrirti una pizza 🙂
    Per il momento, voglio solo dirti un grande GRAZIE, per aver fatto diventare reale un sogno. E cioè permettere, a un vero appassionato come me, di….. gustarsi THE OUTER LIMITS con sottotitoli italiani.

    Grazie ancora!!

    A presto.

    Luigi

    P.S. Come sempre, anche la tua ultima recensione è stata magnifica. Come già detto, le tue recensioni sono un
    qualcosa che amplifica di molto il valore del tuo impegno.

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  2. Ah e così siamo arrivati alla fine… hai tenuto duro nonostante le avversità.
    Complimenti carissimo, sei l’unico che ha voluto farsi del male per una serie che vedranno in pochi e che quei pochi rientrano nella categoria “vecchietti” o collezionisti…
    La serie devo rivederla tutta ma come antologia non c’è male, certo con il tempo la qualità tende a scemare, del resto capita anche in “Twilight Zone”.
    una serie come “black mirror” potrebbe essere un degno erede di Oltre i limiti, solo con più puntate e temi più ampi.
    ma so che il pessimismo scientifico e sociologico (che non crede nella redenzione del genere umano) lo detesti fortemente.
    ecco, forse sarebbe interessante un articolo sul tema della salvezza del genere umano nella fantascienza, magari fermandoci solo su serie tv come oltre i limiti e su film come “Things to come”, altrimenti se si prendono in esame tutti quei libri utopici di fantascienza, ne viene fuori una tesi di laurea.
    per il resto, se ti capita di passare da venezia a rovigo, ti offro una pizza per oltre i limiti.
    A presto.
    Amedeo

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    1. Amedeo, grazie a te per avermi seguito finora!

      Sulla qualità di TOL hai ragione, ma più che scemare nel tempo è semplicemente discontinua: ci sono ottimo puntate fra le ultime così come ci sono episodi davvero brutti fin dalla prima stagioni. Una serie che è andata scemando è invece proprio Black Mirror, che pur rimanendo a un livello alto ha subito un notevole calo dall’approdo su Netflix.

      Mi piace che sottolinei proprio l’aspetto “ottimistico”, quasi positivista di The Outer Limits, che è una delle cose che mi ha spinto ad andare avanti nonostante le avversità. Ovviamente non è l’unico metro di giudizio (Black Mirror va nella direzione del tutto apposta, ma appunto è una serie che apprezzo eccome).

      Pensa che Rovigo è l’unico capoluogo del Veneto dove non ho mai messo piede. 😀
      Se non riesci a offrirmi una pizza, avresti sempre l’alternativa di un romanzo da poter comprare… 😉

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