Le serie della settimana (21/12-27/12)

Settimana un po’ vuota per le festività, ma che vede i finali di stagione di The Affair e di Homeland, oltre che l’inizio del recupero della nona e ultima stagione di The X-Files.

Homeland 5×12

Finale commovente e lento per questa seconda stagione, che chiude tutte le storyline.
L’attentato si risolve in una bolla di sapone e una morte decisamente annunciata, chiaramente parallela all’indianino dell’anno scorso.
La questione dei documenti rubati ha una conclusione amara, con la vittoria della Polizia cattiva contro i giornalisti e gli hacker buoni – tutto un po’ troppo stereotipato, insomma.
Allison termina il suo viaggio scontrandosi con la furia di Saul, il cui piano non mi sembra perfettamente legale. (E dunque la sconosciuta della puntata scorsa era russa e non tedesca? Tanto peggio per la puntata scorsa.)
Tralasciamo l’assurda proposta di matrimonio per le ultime toccanti scene della lettera d’addio di Quinn: straziante e, questa sì, riuscitissima… Almeno fino alla luce, che segue di poco l’ingresso di Carrie in cappella. È chiaro che se il prossimo anno il tutto si risolve in uno spot contro l’eutanasia, la mia reazione non sarà delle migliori.

Dunque, finale che risolleva le sorti di una stagione che nella sua seconda metà stava prendendo una brutta piega, ma che ha saputo concludersi degnamente, benché con il finale più triste e drammatico di sempre – sì, più di quello della terza. La stagione, nel complesso e al netto di alcune cadute di stile, può dirsi comunque riuscita nell’intento di dimostrare che questa serie ha ancora qualcosa da dire, persino due anni dopo Brody.
L’appuntamento è allora all’anno prossimo, sperando che quel che abbiamo visto negli ultimi secondi non sia il prodromo di un’imperdonabile propaganda.

The Affair 2×12

E all’improvviso: matrimonio! Come ci siamo arrivati, già qui?
Salti temporali a parte, la puntata torna con la classica divisione Noah/Alison e i loro ricordi diversi: dai piccoli dettagli (il vestito, la discussione circa la partenza in Francia) a quelli un po’ più importanti (la cerimonia stessa).
Per gli eventi più importanti l’approccio è diverso: da una parte abbiamo la confessione di paternità, che da parte di Noah viene ricordata quasi come una dichiarazone ufficiale, mentre per Alison è un sussurro che si lascia sfuggire mentre il quasi-morto fa karaoke (altro dettaglio rimosso da Noah). Dall’altra parte, le versioni dell’incidente – praticamente Assassinio sull’Orient Express – combaciano alla perfezione, benché con la notevole differenza che Alison crede di essersi fatta notare, ma Noah non ricorda di aver visto nessuno fra i cespugli: piuttosto strano, visto che poi invece lei rammenta anche un dialogo poco fraintendibile durante il ballo finale… Sempre meno incoerente del finale della scorsa stagione.
Nel flashforward tutte le carte vengono messe in tavola, e, ora che sappiamo cosa è accaduto realmente, capiamo anche tutta l’indecisione che ha avuto Noah fino a adesso. Ma ora si sacrifica: che accadrà?

No, seriamente: di che dovrà parlare, la prossima stagione, se è rimasto solo il processo? Come potrà mantenere l’impianto con i POV, se non ci sono più flashback da mostrare? In quest’intervista, la creatrice Sarah Treem assicura che ha un’idea per l’anno prossimo, e che fin dall’inizio la serie era concepita perché ognuna delle stagioni rappresentasse una fase dell relazione: l’infatuamento nella prima, il dramma nella seconda… la terza (finale?) un’ipotetica “risoluzione”.
Appuntamento al 2016, con questa serie che ci ha regalato una seconda stagione perfino migliore della prima (sbalzi temporali a parte), e di cui non mi pare si sia parlato quanto effettivamente si meritasse.

The X-Files

E via con la nona stagione, di cui avevo completamente dimenticato la sigla rinnovata – che potete vedere qui sopra.

9×01-02 / Nothing Important Happened Today (Part 1-2) – Ottimo inizio di stagione, con una trama orizzontale divenuta un po’ più chiara (benché ormai totalmente estranea a quanto visto negli anni precedenti) e con un’impeccabile presentazione di personaggi e situazioni in gioco. I pistoleri solitari tornano nelle stesse condizioni in cui li avevamo lasciati nell’ultima puntata di The Lone Gunmen, liquidando il finale con un laconico ma autoironico «È una lunga storia». Come se non bastasse, c’è Lucy Lawless (la cui morte momentanea è menomata da una regia così confusionaria che non si capisce nulla di ciò che accade, ma vabbè).
9×03 / Dæmonicus – Ma Spotniz non potrebbe fare più spesso il regista? Quest’episodio aveva più di un’ottima trovata. La sceneggiatura invece era a dir poco senza senso. Ottimo James Remar, irriconoscibile rispetto al padre di Dexter Morgan che sarà anni dopo.
9×04 / 4-D – Bella puntata a base di universi paralleli, benché con un finale semplicistico (perché Monica torna indietro nel tempo? Che c’entra?). Stride anche il fatto che all’improvviso i due nuovi protagonisti sembrino innamorati persi come Scully e Mulder non sono stati mai. Si noti che questa è già la seconda volta che Doggett muore.
9×05 / Lord of the Flies – Le allegorie dei turbamenti adolescenziali funzionerebbero meglio se i quindicenni non fossero interpretati da trentenni, foss’anche Aaron Paul (Jesse di Breaking Bad, se avete poca memoria). Colonna sonora più frizzante del solito, senza alcun motivo apparente – se si esclude la mezza citazione di War of the Coprophages insita nell’entomologo.
9×06 / Trust No 1 – L’apertura e la presenza di Cajcovskij facevano sperare in una puntata fatta di telecamere di sicurezza e momenti profondi, invece era la solita sequela di colpi di scena fini a se stessi per riempire il minutaggio, conditi anche di una sparatoria al rallentatore di rara bruttezza. Vabbè, era della mitologia…
9×07 / John Doe – Gilligan si accorge dell’assonanza John Doggett / John Doe e ci fa su una puntata intera, che funziona e ha una bella morale, però ha il buco di trama di come diavolo Monica Reyes sia arrivata al collega e un finale con un po’ troppi non detti.
9×08 / Hellbound – Buona puntata che usa la reincarnazione come pretesto per parlare della riabilitazione dei detenuti alla fine della pena. (Ma poi, questi sceneggiatori/scrittori si rendono conto che quando mettono in relazione la data di morte di una persona e la nascita di un’altra, stanno implicitamente dicendo che l’anima entra nel corpo del neonato dopo che è venuto alla luce? Che dicono, gli antiabortisti?)
9×09-10 / Provenance – Providence – Oh, no, è tornata la nave sepolta dell’immonda settima stagione! E stavolta tutto si ricollega ai supersoldati, al figlio di Scully, a Mulder che è il Secondo Avvento e a tutta una serie di riferimenti religiosi dei quali avremo fatto volentieri a meno. Doggett, intanto, muore per la terza volta e inizia a sentire un qualche dio che gli parla. E nessuno ancora si stupisce che quest’astronave abbia delle scritte in inglese.


Eccoci qui. Per la prossima settimana The X-Files non resterà da solo, perché purtroppo mi sono accorto solo ora che da ben due settimane Amazon ha rilasciato la seconda stagione del suo capolavoro Transparent! Inizierò dunque il recupero di quelle dieci puntante, mentre il 30 dicembre lo stesso sito rilascerà un’altra seconda stagione: quella di Mozart in the Jungle. Infine, il 1° gennaio verrà trasmesso l’attesissimo speciale natalizio di Sherlock.
Tutte le pause verranno dunque abbondantemente riempite, e non rischierò di rimanere a secco.

Buona visione!

3 pensieri riguardo “Le serie della settimana (21/12-27/12)

    1. Ho letto un’intervista in cui qualcuno degli autori (Carter? Spotniz?) ammetteva che il più grande errore delle ultime due stagioni fosse stato quello di incentrare la mitologia su un personaggio che in realtà era assente.
      Non posso che dargli ragione.

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